COVID-19
Cosa sono i virus?
I virus sono al confine tra esseri viventi e non viventi in quanto non sono capaci di vita autonoma. Essi sono parassiti obbligati, cioè per vivere devono trovarsi dentro un altro organismo vivente, chiamato “ospite”, che sfruttano per riprodursi provocandogli malattie. I virus possono infettare qualsiasi tipo di organismo vivente, dall’uomo ai batteri. Molte malattie dell’ uomo , come il raffreddore, l’ influenza, l’AIDS, il morbillo, la varicella e il COVID-19, sono causate da virus.
Un virus è formato da un breve segmento di materiale genetico (DNA O RNA), protetto da un rivestimento proteico, detto capside, che può essere di forma diversa a seconda della specie virale.
I virus hanno dimensioni piccolissime e si possono osservare soltanto al microscopio elettronico. Di solito le dimensioni dei virus oscillano da 0.02 micron a 0.3 micron ( il micron è la millesima parte del millimetro, quindi 1 mm= 1000 micron).
In un primo tempo erano distinti solo in base al tipo di organismi infettati: virus animali, virus vegetali, virus batterici (o batteriofagi o fagi). In un secondo tempo si sono distinti numerosi gruppi sulla base del materiale genetico di cui sono composti, della forma, della composizione e del ciclo vitale.
Ciclo vitale di un batteriofago: i batteriofagi sono formati da una testa e una coda che funziona come una siringa. Quando il virus infetta un batterio si attacca con i filamenti della coda alla parete della cellula batterica e inietta al suo interno il materiale genetico. Il batterio infettato interrompe parte dei suoi processi chimici e comincia a riprodurre il materiale genetico del virus che in tal modo si moltiplica usando il batterio.
Dopo circa mezz’ora la cellula batterica, piena di molecole virali, scoppia: i virus rilasciati all’esterno sono pronti ad infettare altri batteri. Questo ciclo, studiato nei batteriofagi, si presenta anche in altri gruppi di virus.
Coronavirus
L’importante isolamento del coronavirus è avvenuto allo Spallanzani di Roma grazie al lavoro meticoloso e incessante di tre competenti biologhe (Maria Capobianchi, Concetta Castilletti e Francesca Colavita).
La dottoressa Capobianchi è direttrice del laboratorio di virologia dell’INMI (Istituto Nazionale Malattie infettive) “Lazzaro Spallanzani” di Roma, uno dei pochi istituti al mondo a isolare il coronavirus, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti in Italia.
I coronavirus sono virus che provocano nell’uomo infezioni relativamente lievi; difatti abbiamo visto pazienti che sono guariti con cure ospedaliere e altri pazienti molto gravi che, nonostante ciò, sono arrivati alla morte.
Il coronavirus responsabile dell’attuale pandemia (epidemia con tendenza a diffondersi rapidamente attraverso vastissimi territori o continenti) è denominato 2019-nCov. E’ stato segnalato il 31 dicembre del 2019 a Wuhan, in Cina, ed è responsabile di una sindrome respiratoria acuta grave che ha causato, e continua finora a farlo, non solo malati ma anche decessi nelle varie parti del mondo.
Anatomia del coronavirus
La famiglia dei Coronaviridae è composta da 4 generi in base alle loro proprietà genetiche, denominati Alphacoronavirus, Betacoronavirus, Gammacoronavirus e Deltacoronavirus.
I coronavirus umani emergenti sono dei betacoronavirus, contengono un genoma a RNA a singolo filamento positivo, un capside elicoidale e un pericapside costituito da una membrana lipidica derivata dall’apparato del Golgi della cellula infetta. Una delle particolarità del coronavirus è la dimensione del genoma compresa tra 26 e 32 Kb, che rappresenta il più grande tra tutti i virus a RNA.
Definizioni
Kb si legge chilobase è l’unità di misura degli acidi nucleici, costituiti da una sequenza di mille nucleotidi se in riferimento alla molecola a singola elica dell’RNA, o da mille coppie di nucleotidi se in riferimento alla molecola a doppia elica del DNA.
Nucleotide è un glicoside formato dall’unione di uno zucchero a 5 atomi dicarbonio (ribosio o desossiribosio) con una base azotata (purinica o pirimidinica) e con l’acido fosforico.
Manifestazioni cliniche e sintomi
Le manifestazioni cliniche più severe sono state a carico di individui già debilitati per altre condizioni cliniche. I sintomi più comuni consistono in febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. Quando i sintomi peggiorano, la malattia può evolvere in polmonite le cui complicanze possono essere letali. Gli esami radiologici del torace evidenziano lesioni infiltrative bilaterali diffuse. Molte persone che hanno contratto questo virus hanno inoltre denunciato alterazioni acute dell’olfatto e del gusto, nello specifico una riduzione o addirittura una perdita di questi sensi. Per l’olfatto si parla di iposmia per la diminuzione e anosmia per la perdita, per il gusto di disgeusia per la diminuzione e di ageusia per la perdita totale.
Alcuni malati di covid-19 sono asintomatici; sono contagiati dal virus e contagiosi, pur non presentando i sintomi della malattia o presentandoli in forma molto lieve.
Gli asintomatici rappresentano un problema perché, non avendo sintomi e non essendo molte volte a conoscenza dell’essere portatori della malattia, contribuiscono al contagio di soggetti sani.
Tra gli individui a più alto rischio di malattia grave e morte vi sono persone di età superiore a 60 anni e persone con patologie di base come ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche e cancro.
Come si trasmette il Covid-19
Il virus si trasmette principalmente attraverso le goccioline del respiro delle persone infette (droplets) quando, ad esempio, tossiscono, starnutiscono, parlano, cantano… emettendo secrezioni che in possono essere inalate da un soggetto sano nelle vicinanze.
La trasmissione del virus può avvenire anche con il contatto ravvicinato con un paziente asintomatico.
La malattia si può trasmettere tramite contatto diretto ravvicinato, ovvero toccando con le mani contaminate le mucose di bocca, naso e occhi.
I tamponi molecolari e i test sierologici
I tamponi molecolari consistono nel prelevare dalla gola e dal naso del paziente una certa quantità di muco. Questi tamponi vengono conservati a 4 ° C e vengono spediti entro 24 ore nei laboratori per analizzarli. Se il virus è presente nel tampone, il risultato del tampone molecolare sarà positivo, in assenza del virus il tampone molecolare sarà negativo.
I test sierologici consistono nella ricerca degli anticorpi nel siero del sangue
del paziente.
Si ricercano 2 tipi di anticorpi: IgM e IgG.
La presenza di IgM segnala la presenza di un’infezione recente o in atto poiché vengono prodotti all’inizio dell’infezione e poi sono destinati a decrescere.
La presenza degli anticorpi appartenenti alla classe IgG indica che si è formata la memoria immunologica, quindi si tratta di un’infezione non recente.
I test sierologici possono essere rapidi o quantitativi, i primi si eseguono su una goccia di sangue estratta tramite digito-puntura mentre i secondi su un prelievo ematico.
Trattamento per i malati di Covid
Non esiste una terapia specifica per il trattamento della patologia causata da 2019 –nCov. Si cerca di contrastare i sintomi utilizzando anti-infiammatori di natura cortisonica, plasmaterapia e ventilazione assistita.
La plasmaterapia consiste nel prelevare del sangue da soggetti che hanno avuto il COVID-19 e sono guariti e che hanno sviluppato un’immunità ovvero gli anticorpi e somministrare il plasma ricco di anticorpi ai malati covid che presentano condizioni di salute critiche. La plasmaterapia non rappresenta in tutti i casi una terapia risolutiva.
Prevenzione
Di seguito le 10 regole elaborate e indicate a disposizione dei cittadini:
1- Lavati spesso le mani
Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono decisivi per prevenire l’infezione. Le mani vanno lavate con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol al 60%. Lavarsi le mani elimina il virus.
2 – Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
Mantieni almeno un metro di distanza dalle altre persone, in particolare quando tossiscono o starnutiscono o hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso a distanza ravvicinata.
3 – Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
Il virus si trasmette principalmente per via respiratoria, ma può entrare nel corpo anche attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non ben lavate. Le mani, infatti, possono venire a contatto con superfici contaminate dal virus e trasmetterlo al tuo corpo.
4 – Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci
Se hai un’infezione respiratoria acuta, evita contatti ravvicinati con le altre persone, tossisci all’interno del gomito o di un fazzoletto, preferibilmente monouso, indossa una mascherina e lavati le mani. Se ti copri la bocca con le mani potresti contaminare oggetti o persone con cui vieni a contatto.
5 – Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico
Allo stato attuale non ci sono evidenze scientifiche che l’uso dei farmaci antivirali prevenga l’infezione da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2). Gli antibiotici non funzionano contro i virus, ma solo contro i batteri. Il SARS-CoV-2 è, per l’appunto, un virus e quindi gli antibiotici non vengono utilizzati come mezzo di prevenzione o trattamento, a meno che non subentrino co-infezioni batteriche.
6 – Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
I disinfettanti chimici che possono uccidere il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) sulle superfici includono disinfettanti a base di candeggina / cloro, solventi, etanolo al 75%, acido peracetico e cloroformio. Il tuo medico e il tuo farmacista sapranno consigliarti.
7 – Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate
I disinfettanti chimici che possono uccidere il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) sulle superfici includono disinfettanti a base di candeggina / cloro, solventi, etanolo al 75%, acido peracetico e cloroformio. Il tuo medico e il tuo farmacista sapranno consigliarti.
L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottato in aggiunta ad altre misure di igiene quali il lavaggio accurato delle mani per almeno 20 secondi. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte.
8 – I prodotti MADE IN CHINA e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che le persone che ricevono pacchi dalla Cina non sono a rischio di contrarre il nuovo coronavirus, perché non è in grado di sopravvivere a lungo sulle superfici. A tutt’oggi non abbiamo alcuna evidenza che oggetti, prodotti in Cina o altrove, possano trasmettere il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2).
9 – Contatta il numero verde 1500 se hai febbre o tosse e sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni
Il periodo di incubazione del nuovo coronavirus è compreso tra 1 e 14 giorni. Se sei tornato da un viaggio in Cina da meno di 14 giorni, o sei stato a contatto con persone tornate dalla Cina da meno di 14 giorni, e ti viene febbre, tosse, difficoltà respiratorie, dolori muscolari, stanchezza, chiama il numero verde 1500 del Ministero della Salute per avere informazioni su cosa fare. Indossa una mascherina se sei a contatto con altre persone, usa fazzoletti monouso e lavati bene le mani.
10 – Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus
Al momento non vi sono evidenze sulla possibilità che i comuni animali da compagnia possano essere infettati dal virus. Ad ogni modo è sempre bene lavarsi le mani dopo il contatto.
A questa iniziativa di informazione hanno aderito Conferenza Stato Regioni, FNOMCEO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), FNOPI (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), FOFI (Federazione Ordini farmacisti Italiani), FNOVI (Federazione Nazionale Ordini. Veterinari Italiani), CARD (Confederazione Associazioni Regionali di Distretto), FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera), SIM (Società Italiana di Microbiologia), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), SIMPIOS (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie), SITI (Società Italia di Igiene e Medicina Preventiva), FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia), SIMMG (Società Italiana di Medicina Generale), ANMDO (Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere), AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani), FEDERFARMA (Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani).
Vaccino
Non esistendo delle terapie idonee per la lotta di questa malattia, l’unica arma che ci rimane per contrastarla è il vaccino.
L’11 novembre il presidente dell’azienda farmaceutica americana PFIZER, Albert Bourla, ha comunicato che il vaccino elaborato dalla sua azienda, in collaborazione con la società tedesca BioNTech, è risultato efficace al 90%. E’ un vaccino che viene somministrato in due dosi a distanza di 21 giorni e conservato ad una temperatura di -70 °C.
Anche il vaccino MODERNA è risultato efficace al 94.5 %, la conservazione di questo vaccino può avvenire ad una temperatura di -20 °C e può rimanere stabile se conservato per circa 30 giorni ad una temperatura compresa tra 2°C e 8°C.
Va somministrato in 2 dosi a distanza di 28 giorni.
Il vaccino ASTRA ZENECA ha efficacia di circa il 60 %, viene somministrato in 2 dosi a distanza di 4 / 12 settimane, la conservazione può avvenire a temperature comprese tra -2°C e 8 °C.
Inizio vaccinazioni
Il 5 dicembre 2020 sono iniziate le prime vaccinazioni anti Covid in Russia.
Il 7 dicembre 2020 in Gran Bretagna.
Il 27 dicembre 2020 in Italia
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha presentato il 2 dicembre 2020 al Parlamento le linee guida del Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 (Decreto 2 gennaio 2021), elaborato da ministero della Salute, Commissario Straordinario per l’Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa. Come previsto dal Piano stesso, l’8 febbraio 2021 è stato pubblicato il documento che aggiorna le categorie e l’ordine di priorità per la seconda fase della campagna vaccinale contro il Covid-19 in base all’evoluzione delle conoscenze e alle informazioni sui vaccini disponibili:
Punti fondamentali del piano
- Vaccinazione gratuita e garantita a tutti
- 27 dicembre 2020, inizio vaccinazione in Italia ed Europa (Vaccine Day)
- Identificazione delle categorie da vaccinare con priorità nella fase iniziale a limitata disponibilità dei vaccini: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle RSA per anziani
- Logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto, di competenza del Commissario straordinario
- Governance del piano di vaccinazione, assicurata dal coordinamento costante tra il ministero della Salute, la struttura del Commissario straordinario e le Regioni e Province Autonome
- Sistema informativo per gestire in modo efficace, integrato, sicuro e trasparente la campagna di vaccinazione
- Farmacosorveglianza e sorveglianza immunologica per assicurare il massimo livello di sicurezza nel corso di tutta la campagna di vaccinazione e la risposta immunitaria al vaccino.
Le Fasi della campagna vaccinale in Italia sono 4
. La prima comprende: operatori sanitari e socio-sanitari, ospiti Rsa e over 80; la seconda: le persone da 60 anni in su, persone con fragilità di ogni età, gruppi sociodemografici a rischio più elevato di malattia grave o morte, personale scolastico ad alta priorità; la terza: personale scolastico, lavoratori di servizi essenziali e dei setting a rischio, carceri e luoghi di comunità, persone con comorbidità moderata di ogni età; la quarta la popolazione rimanente. I vaccini Pfizer e Moderna verranno utilizzati per i soggetti fragili e più anziani, mentre il vaccino AstraZeneca per i soggetti tra i 18 ed i 55 anni, già da febbraio, per cui la Fase 1 e la Fase 3 procederanno insieme attraverso due percorsi paralleli. Riassumendo, dunque, i farmaci di Pfizer e Moderna saranno somministrati agli over 80 e ai più fragili, quello di AstraZeneca, invece, al di sotto dei 55 anni a personale scolastico, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti.
Le varianti del coronavirus
Al momento sono tre le varianti che vengono attentamente monitorate e che prendono il nome dal luogo dove sono state osservate per la prima volta. In tutti e tre i casi il virus presenta delle mutazioni sulla cosiddetta proteina ‘spike’, che è quella con cui il virus ‘si attacca’ alla cellula.
· La ‘variante inglese’ (VOC 202012/01) è stata isolata per la prima volta nel settembre 2020 in Gran Bretagna, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 9 novembre 2020. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata, ipotizzata anche una maggiore patogenicità, ma al momento non sono emerse evidenze di un effetto negativo sull’efficacia dei vaccini.
· La ‘variante sudafricana’ (501 Y.V2) è stata isolata per la prima volta nell’ottobre 2020 in Sud Africa, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 28 dicembre 2020. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata e perché, dai primi studi, sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti da COVID-19.
· La ‘variante brasiliana’ (P.1) è stata isolata per la prima volta nel gennaio 2021 in Brasile e Giappone. Alla data del 25 gennaio 2021 è stata segnalata in 8 paesi, compresa l’Italia.. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti da COVID-19
Cosa sono le mutazioni e perché sono importanti?
I virus, in particolare quelli a RNA come i coronavirus, evolvono costantemente attraverso mutazioni del loro genoma. Mutazioni del virus Sars-CoV-2 sono state osservate in tutto il mondo fin dall’inizio della pandemia. Mentre la maggior parte delle mutazioni non ha un impatto significativo, qualcuna può dare al virus alcune caratteristiche come ad esempio un vantaggio selettivo rispetto alle altre attraverso una maggiore trasmissibilità, una maggiore patogenicità con forme più severe di malattia o la possibilità di aggirare l’immunità precedentemente acquisita da un individuo o per infezione naturale o per vaccinazione. In questi casi diventano motivo di preoccupazione e devono essere monitorate con attenzione.
Per potere discriminare se un’ infezione è determinata da una variante è necessario un test specifico altamente specialistico che è detto sequenziamento, in cui si determina la composizione esatta del genoma del virus.
Dati riferiti alla situazione epidemiologia in Italia.
Lavoro realizzato dagli alunni della scuola Media dell’Istituto Comprensivo di Mazzarino coordinati dalla prof.ssa Silvia Lupo.
a.s. 2020/2021
Dirigente Scolastico prof.ssa Alessia Guccione.
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